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Sulla esecuzione di un provvedimento di collocamento di bambino in comunità (11.10.12)

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Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia
Aderente alla"Association Internationale des Magistrats de la Jeunesse et de la Famille"
www.minoriefamiglia.it

L’A.I.M.M.F., nel condividere lo sconcerto che ha suscitato la visione delle immagini relative all'esecuzione di un provvedimento di inserimento di un
bambino in comunità

segnala

che la fase dell’esecuzione dei provvedimenti costituisce un aspetto essenziale dell’intervento giudiziario, pari spesso per importanza alla decisione, perché incide in modo profondo nei vissuti dei bambini e degli adolescenti

rammenta

che nel luglio 2010, all’esito di un lungo percorso di confronto tra vari soggetti coinvolti, un tavolo tecnico cui ha partecipato anche l’AIMMF (con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, il Consiglio Nazionale Forense, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, il Consiglio Superiore della Magistratura, la Commissione Minori dell’Associazione nazionale Magistrati), sono state approvate delle linee guida per i processi di sostegno e di allontanamento del minore, che hanno affermato, fra l’altro, i seguenti princìpi (ferma la necessità di urgenti interventi normativi che disciplinino la fase esecutiva dei provvedimenti a tutela dei minori):

-) E’ importante, anche quando l’intervento sia stato attuato in via di urgenza per esigenze di protezione del minore da pregiudizi subiti in famiglia, favorire la comprensione degli obiettivi e degli interventi posti in essere

-) Il provvedimento di allontanamento del minore deve contenere elementi di elasticità al fine di poterlo adattare alla situazione contingente. E’ utile che l’autorità giudiziaria dia eventualmente disposizioni più adeguate, ove dovessero sorgere rilevanti difficoltà nell’esecuzione del provvedimento

-) E’ opportuno acquisire, ove possibile, il consenso – o quanto meno la non opposizione – all’esecuzione da parte degli interessati, anche collaborando con i difensori

-) Gli operatori che materialmente eseguono il provvedimento di allontanamento devono essere, come già insegna l’esperienza di altri Paesi, specializzati. E’ necessario prevedere una equipe stabile multi-professionale per accompagnare l’evento di allontanamento, possibilmente composta da professionisti diversi da quelli che hanno in carico il minore e la famiglia

-) L’utilizzo della Forza Pubblica durante le procedure di allontanamento nei casi di assoluta necessità non deve avvenire in uniforme, e devono essere scelti modi e luoghi che rendano l’evento il meno traumatico possibile per il minore e per i suoi familiari.

-) Ogni situazione va studiata e progettata tenendo conto della sua unicità e specificità

-) Particolare attenzione va dedicata all’ascolto del minore e ai luoghi e ai modi in cui esso avviene, incentivando la creazione di spazi neutri, per gli incontri protetti. E’ importante spiegare, tenendo conto dell’età e della capacità di comprensione, la situazione, le ragioni del provvedimento e il suo significato. È importante ascoltare i vissuti e sentimenti, i problemi e le aspettative del minore, accoglierlo in un luogo idoneo e considerare per quanto sia possibile i suoi desideri

-) Appare particolarmente importante che le decisioni dell’Autorità Giudiziaria sui reclami proposti avverso i provvedimenti di allontanamento siano adottate in tempo sufficientemente breve

denuncia

che la gravità della vicenda non deve far dimenticare la violazione a livello giornalistico della normativa a tutela del diritto alla privacy dei minori (Carta di Treviso) con la divulgazione di dati che possono facilmente portare all’identificazione del bambino coinvolto, nonché con l’impiego di un filmato lesivo della sua dignità in una trasmissione di intrattenimento televisivo.


Roma, 11 ottobre 2012

Il Segretario Generale, Susanna Galli
Il Presidente, Luciano Spina