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Manifesto per la giustizia minorile (1.11.03)

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Associazione Nazionale Magistrati
Associzione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia

MANIFESTO PER LA GIUSTIZIA MINORILE

L’ANM e l’AIMMF ribadiscono la netta contrarietà al progetto di riforma sulla giustizia minorile, poiché, diversamente da quanto affermato nella relazione introduttiva al disegno di legge secondo cui la riforma mira a tutelare la famiglia attraverso la maggiore specializzazione del giudice minorile, la mancata previsione della esclusività della competenza comporta una caduta di qualità e di efficacia dell’intervento.

Il disegno di legge, nell’escludere la partecipazione degli esperti dalle camere di consiglio in materia civile e nel ridimensionarne il numero, non consentirà al giudice togato di ricevere l’apporto di altri saperi, necessari ad interpretare le dinamiche relazionali ed affettive del nucleo familiare e a verificare gli spazi di intervento, innanzitutto, finalizzato al recupero delle capacità genitoriali.

Il legislatore presenta come evoluzione un ritorno al passato in cui si era giudici minorili non a tempo pieno, proponendo un sistema in cui si sarà giudici della famiglia e dei minori, occupandosi contemporaneamente delle materie più disparate.

La riforma comporterà di fatto una dispersione del patrimonio culturale e professionale fin qui acquisito dai giudici minorili, essendo impossibile che gli attuali giudici, con competenza distrettuale, possano portare le loro conoscenze professionali in tutte le sezioni specializzate dei tribunali.

I giudici degli adulti dovranno inventarsi capacità che soltanto la specializzazione può dare: nel settore penale, magistrati che abitualmente giudicano soggetti adulti, dovranno occuparsi di minori senza essere professionalmente attrezzati ad esprimere una valutazione che richiede capacità ed analisi della personalità e del contesto socio-ambientale; in materia di interventi civili, verrà inevitabilmente meno la possibilità di assicurare la tutela giurisdizionale dei diritti del minore spesso negati e violati anche nella sua stessa famiglia.

L’unificazione delle competenze in materia minorile e della famiglia in un unico giudice, da tempo sollecitata dalla magistratura associata, non può prescindere da una competenza esclusiva e da una adeguata autonomia organizzativa.

Pertanto l’ANM e l’AIMMF sottolineano che il risultato inevitabile della riforma sarà la caduta di qualità ed efficacia della tutela del soggetto più debole, il minore, il cui interesse è, viceversa, affermato come primario da tutta la normativa interna, dai numerosi interventi della Corte Costituzionale nonché dalle Convenzioni internazionali.