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Livia Pomodoro: In pericolo la giustizia minorile (27.3.03)

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«In pericolo la giustizia minorile» Livia Pomodoro: riforma sbagliata, la tutela dell’infanzia funzionava bene

ROMA - «La nostra giustizia minorile era considerata un esempio da imitare nel mondo. Temo che questa riforma sia pericolosa: rischia di far perdere le professionalità che in questi anni hanno costituito il nerbo della crescita della tutela dell’infanzia».

È preoccupata Livia Pomodoro, presidente del Tribunale dei minori di Milano, per l’emendamento al disegno di legge governativo approvato a Palazzo Chigi, che estende alle materie penali, oltre che a quelle civili, le competenze delle nuove Sezioni speciali sulla famiglia. Si occuperanno dei reati commessi dai minori, ma anche di tutto ciò che li riguarda: adozioni, affidamenti, separazioni, divorzi, limitazioni della potestà dei genitori. Se il testo sarà approvato dalle Camere verranno del tutto aboliti i Tribunali dei minori. E per questo la Pomodoro lancia un appello: «Spero che il Parlamento rifletta approfonditamente sul testo»

Cosa la preoccupa di più? «Il fatto che le sezioni speciali si potranno occupare pure di procedimenti che non hanno nulla a che fare con i minori. Lo stesso discorso vale per le sezioni da istituire nelle procure. Questa discrezionalità può far sì che giudici e pm privilegino altri processi a danno di quelli minorili».

Quali sono gli altri rischi? «Il Tribunale dei minori non è una monade isolata. Funziona bene grazie alla specializzazione dei magistrati, ma anche dei giudici onorari: pediatri, neuropsichiatri infantili, pedagogisti, psicologi, assistenti sociali. Tanti saperi sono fondamentali per decisioni così difficili, che riguardano il destino di bambini e ragazzi, ma che alla fine spettano solo ai giudici togati. Sarebbe un grave danno perdere queste professionalità, che potrebbero non venir più usate».

Ogni sezione avrà almeno cinque giudici. Basteranno? «A Potenza forse sì, nelle grandi città certo no. Basti pensare che a Milano io conto su 15 giudici e molti altri fanno parte della sezione speciale già esistente nel Tribunale ordinario per il civile. Secondo i calcoli dei miei colleghi, servirebbero 500 magistrati in più per far funzionare il nuovo sistema». Ma il governo non ha previsto aumenti di organico.

Che succederà? «Il problema è quello delle incompatibilità. Se ad esempio uno dei cinque giudici si è già pronunciato sul riesame della custodia cautelare per un ragazzo, poi non lo potrà giudicare. Quindi il rischio è che si peschi in altre sezioni del Tribunale, in cui non ci sono magistrati specializzati. Inoltre mi sembra difficile trovare all’improvviso i tanti giudici specializzati che servirebbero: ora ci sono circa 30 Tribunali dei minori e in futuro ci saranno più di 100 sezioni specializzate nei Tribunali provinciali».

Perché la nostra giustizia minorile è invidiata all’estero? «Perché abbiamo appunto realizzato un sistema che fa tesoro di moltissime professionalità. Pensi che in aprile andrò in Angola per l’inaugurazione del loro primo Tribunale dei minori, che nasce dall’idea di costruire un’utopia in un Paese martoriato dalla guerra civile, coltivata dal ministro africano con noi. Perciò mi amareggiano le polemiche inutili sulla nostra realtà, che forse sono alla base di questa riforma».

Ro. San.

* Da Messaggero On-line - 9 Marzo 2003